martedì 17 aprile 2012

Non spostiamo la storia.

La colonna fardella circondata di cellophane ed Enrico Fardella generale Garibaldino. Nella foto posa con l'uniforme di ufficiale dell’esercito degli Stati Uniti, dove combatté nella guerra di secessione dopo l’unificazione d’Italia.



Qualche giorno fa, leggevo un articolo di stampa riguardante la colonna Fardella, l’articolo riferiva di un possibile spostamento in un luogo più sicuro della stessa o quantomeno più controllabile e questo, per evitarne il degrado (si parlava di una piazzetta centrale) poiché il cippo si trova in un luogo poco frequentato.
Il cimelio commemora uno degli episodi locali della battaglia del Volturno svoltisi nella difesa di S. Maria, e cioè della vittoria del Reggimento denominato appunto Fardella sui Borbonici e la successiva conquista di San Tammaro.
Il cippo fu eretto sul luogo, dove il reggimento era attestato e dove vinse lo scontro. Decidere di spostare il monumento dal suo luogo di origine per portarlo altrove solo per il fatto di non poterne controllane il degrado è inconcepibile, la colonna è e deve restare li dove si è combattuto e dove sono morti i martiri della patria, a perenne memoria.
Enrico Fardella
Enrico Fardella di Torrearsa era nato a Trapani l’11 marzo 1821 e, oltre che di famiglia nobile, era nipote del Generale Gianbattista Fardella (1762-1836) che ricoprì la carica di Ministro della Guerra nel regno delle Due Sicilie dal 1830 al 1836. La rivoluzione siciliana del 1848, con connotazioni antiborboniche e separatiste (la corona venne offerta anche a un Savoia), lo vide da subito in prima linea. A Trapani alcune squadre, comandate da Fardella attaccarono il presidio ed ebbero in breve il controllo della città assicurando un collegamento con gli altri rivoltosi a Palermo. La rivolta, estesa a tutta l’isola, era diretta da un comitato a cui era stato chiamato e che gli aveva assegnato il controllo della marina rivoluzionaria. Si battè a Messina ma, al comando di una colonna di cavalieri, venne catturato in Calabria. Rilasciato dietro l’impegno di espatrio trovò rifugio in Piemonte. Fu col corpo di spedizione in Crimea, poi con Garibaldi alla spedizione dei Mille. Si batté valorosamente a Milazzo coi suoi trapanesi, poi al Volturno, a S. Maria Capua Vetere, dove tutt’ora esiste una colonna in suo ricordo. A guerra conclusa, forse presagendo un futuro impegno di Garibaldi nelle terre americane sconvolte dalla Guerra Civile, si recò a New York dove organizzò (a sue spese) un reggimento di volontari il 101° dell’armata del Potomac di George Mc Lellan.

La colonna fardella circondata di cellophane ed Enrico Fardella generale Garibaldino. Nella foto posa con l'uniforme di ufficiale dell’esercito degli Stati Uniti, dove combatté nella guerra di secessione dopo l’unificazione d’Italia.



Qualche giorno fa, leggevo un articolo di stampa riguardante la colonna Fardella, l’articolo riferiva di un possibile spostamento in un luogo più sicuro della stessa o quantomeno più controllabile e questo, per evitarne il degrado (si parlava di una piazzetta centrale) poiché il cippo si trova in un luogo poco frequentato.
Il cimelio commemora uno degli episodi locali della battaglia del Volturno svoltisi nella difesa di S. Maria, e cioè della vittoria del Reggimento denominato appunto Fardella sui Borbonici e la successiva conquista di San Tammaro.
Il cippo fu eretto sul luogo, dove il reggimento era attestato e dove vinse lo scontro. Decidere di spostare il monumento dal suo luogo di origine per portarlo altrove solo per il fatto di non poterne controllane il degrado è inconcepibile, la colonna è e deve restare li dove si è combattuto e dove sono morti i martiri della patria, a perenne memoria.
Enrico Fardella
Enrico Fardella di Torrearsa era nato a Trapani l’11 marzo 1821 e, oltre che di famiglia nobile, era nipote del Generale Gianbattista Fardella (1762-1836) che ricoprì la carica di Ministro della Guerra nel regno delle Due Sicilie dal 1830 al 1836. La rivoluzione siciliana del 1848, con connotazioni antiborboniche e separatiste (la corona venne offerta anche a un Savoia), lo vide da subito in prima linea. A Trapani alcune squadre, comandate da Fardella attaccarono il presidio ed ebbero in breve il controllo della città assicurando un collegamento con gli altri rivoltosi a Palermo. La rivolta, estesa a tutta l’isola, era diretta da un comitato a cui era stato chiamato e che gli aveva assegnato il controllo della marina rivoluzionaria. Si battè a Messina ma, al comando di una colonna di cavalieri, venne catturato in Calabria. Rilasciato dietro l’impegno di espatrio trovò rifugio in Piemonte. Fu col corpo di spedizione in Crimea, poi con Garibaldi alla spedizione dei Mille. Si batté valorosamente a Milazzo coi suoi trapanesi, poi al Volturno, a S. Maria Capua Vetere, dove tutt’ora esiste una colonna in suo ricordo. A guerra conclusa, forse presagendo un futuro impegno di Garibaldi nelle terre americane sconvolte dalla Guerra Civile, si recò a New York dove organizzò (a sue spese) un reggimento di volontari il 101° dell’armata del Potomac di George Mc Lellan.

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1 Comment:

Anonimo dice...

Chi è quel genio che ha avuto questa idea! vorrei dirgli......

Per non dimenticarli!

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